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John E. Williams – Stoner

2 Set

indexNato da una povera famiglia di contadini e poi diventato professore universitario,  questo Stoner è uno dei personaggi più pacati che mi sia mai capitato di incontrare.

Un uomo buono, dai desideri semplici, dalle passioni solide ma non travolgenti, sempre in ordine, impeccabile, nonostante la sua costante sensazione di inadeguatezza. La sua storia è un memento mori che si trasforma in un “ricordati che la vita è una, e le scelte che fai sono determinanti per la tua felicità”. Ma è poi così importante rincorrere la felicità a ogni costo?

Stoner guarda la sua vita con un distacco invidiabile, e alla fine non gli importa nulla di non averne avuta una grandiosa, ricca, piena di interessi e di passioni. È  sufficiente per lui aver vissuto, essersi preso qualche piccola rivincita, aver avuto qualche soddisfazione anche solo passeggera, aver amato seppure per poco, aver intrapreso il mestiere adatto a lui, malgrado non l’abbia portato poi chissà dove. Stoner è il trionfo dell’uomo comune, mortale, timidamente risoluto e passivamente sereno.

In sottofondo sfilano due guerre, la vita universitaria, un matrimonio, una figlia, un’amante, un buon amico e un nemico fastidioso. Ma dopo un iniziale coinvolgimento in ognuna di queste cose, Stoner se le lascia sfuggire tra le dita, sempre soffrendo, ma mai opponendosi. Non sarebbe corretto dire che si lascia vivere, perché le sue scelte le fa, ed è un uomo arguto, spiritoso, capace di grande tenerezza; ma di certo non perde mai la testa, non si impone, lascia che le cose succedano. Sua moglie mi è stata istantaneamente antipatica, mentre la figlia Grace mi ha commossa in un modo particolare e delicato.

È un libro da un lato molto triste, che ricorda quanto siamo impotenti e destinati comunque a essere dimenticati, e dall’altro molto vero, reale, che non fa sconti. Lascia addosso un’amarezza che si deposita sulle palpebre e invita a chiudere gli occhi, a lasciarsi andare all’oblio, per poi ricordarsi all’improvviso di Stoner e tornare subito lucidi, pronti a farsi largo, a lottare per conquistarci un posto nel mondo. O anche soltanto ad amare quello che facciamo, come Stoner ha amato la letteratura.

Il linguaggio di Williams accompagna Stoner dolcemente lungo tutta la sua vita, senza mai giudicarlo ma facendocelo vedere semplicemente per quel che è: a volte un innamorato, a volte un fallito, a volte un incompreso, a volte un uomo ferito, a volte un debole e a volte un eroe della quotidianità. L’ho letto in lingua originale, ma se non conoscete l’inglese procuratevelo in italiano, perché ne vale la pena, nonostante la sua storia editoriale travagliata.

È un libro da leggere senza fretta, da assaporare con quella calma riflessiva che contraddistingue il suo protagonista, da accogliere dentro come un nodo che lentamente si scioglie rendendo Stoner parte di noi, del nostro essere, dei nostri pensieri, del nostro vissuto, della trama dei giorni sempre uguali di chi conosce fin troppo bene una vita come la sua.

John E. Williams, Stoner
traduzione italiana: Stefano Tummolini
Fazi 2012
334 pagine, 17,50€
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