L’impressione costante che ho avuto leggendo questo libro è che Jayber Crow fosse davvero un uomo buono. Non di quel buonismo sdolcinato e artificiale da latte alle ginocchia, ma onesto, leale, un po’ ingenuo, incapace di far male a una mosca. Eppure in diversi punti della storia prova odio, soprattutto nei confronti di Troy Chatham, il marito della donna di cui Jayber resta silenziosamente innamorato per quarant’anni. Troy rappresenta anche l’avanzata disastrosa della modernità, che finisce per creare soltanto danni, mentre Jayber difende il suo radicamento nel villaggio, le vecchie tradizioni, la semplicità della vita. O meglio, più che difendere queste cose, ne è testimone. Resta sempre ai margini, Jayber, ma dalla sua bottega di barbiere passa tutto il paese a farsi radere e tagliare i capelli, a chiacchierare, a suonare un po’, a leggere il giornale, a bere un goccetto. E così il negozio di Jayber, nato in quella zona ma rimasto orfano e allevato in un istituto religioso, diventa uno dei centri pulsanti di Port William.
Grazie a lui conosciamo personaggi semplici, spesso buffi, tutti estremamente veri. Le loro vicende sono quelle della gente di campagna, che si diverte con poco e lavora sodo. Ma la storia, la guerra e l’economia avanzano, e il progresso arriva inarrestabilmente a turbare la quiete di Port William.
È la storia di un uomo, di un paese, di un grande amore mai confessato, ma anche di un fiume, sempre presente nelle tappe fondamentali della vita di Jayber. Il fiume, il bosco, i campi, una natura non selvaggia ma da rispettare e amare: questo è lo scenario delle vicende di Jayber Crow e di Port William. A tratti alcune divagazioni sulla natura e sulla religione si dilungano un po’ troppo, ma sono sicuramente funzionali alla storia e al personaggio di Jayber, con tutti i suoi dubbi e le sue riflessioni.
Più volte, leggendo, mi sono commossa. Più volte mi sono indignata. Più volte mi sono fatta una bella risata. So che sono in preparazione gli altri romanzi di Wendell Berry ambientati a Port William, narrati da altri punti di vista, e di certo non me li lascerò sfuggire. Con una traduzione davvero suggestiva e ben fatta, Jayber Crow è un libro speciale, e se vorrete fermarvi per un po’ a Port William e conoscere i suoi abitanti non ve ne pentirete.
Wendell Berry, Jayber Crow
traduzione di Vincenzo Perna
Lindau 2014
510 pagine, 24€
Acquista su Amazon
La copertina è molto bella e la tua recensione mi ha incuriosita. Molto.
Mi fa davvero piacere! Se lo leggerai sono curiosa di conoscere la tua opinione 🙂
Sì, hai incuriosito anche me! Sembra un bel libro, anche perché mi piacciono da morire i racconti in cui si intrecciano più personaggi e le loro storie e i loro caratteri… Lo metto nella mia lista 😀
Oltre a questo mi piace il tuo blog e il fatto che parli solo di bei libri; io in realtà sono tra quelle centinaia di persone (ce ne sono davvero tantissimi), di cui parli in “Perché”, che hanno blog in cui recensiscono di tutto. Ma devo dire che recensire e parlare dei libri, belli o brutti, mi piace troppo e mi aiuta anche a riflettere meglio su ciò che leggo, sono solo all’inizio ma spero di continuare e crescere.
Comunque complimenti, da oggi ti seguo con molto piacere 🙂
Ciao, grazie mille per i complimenti! Se leggi Jayber Crow ovviamente poi voglio conoscere il tuo parere 🙂
In realtà ho scelto di parlare solo di libri belli anche un po’ per pigrizia… In questo modo posso dedicare il mio tempo a scrivere solo di cose che mi sono davvero piaciute. Per carattere non mi piace molto criticare, ma sono scelte, anzi, trovo molto istruttivo (e a volte divertente) leggere i commenti negativi degli altri! Passerò a dare un’occhiata al tuo blog 😉 a presto!